"Non voglio essere chiamato contestatore, non mi interessa accordarmi ad una qualsiasi protesta. io vivo per la mia arte e della mia arte. E chi non sa che cosa sia l’Arte non può capirmi".

                                                                    Giuseppe Gentili

Un personaggio misterioso e affascinante amico di Charlie Chaplin e Federico Fellini, un lupo solitario che ha scelto la scultura come arma per combattere le sue battaglie per la vita, la pace, la giustizia la libertà. E’ uno scultore o “un’artigiano del  ferro”, come ama definirsi, Giuseppe Gentili  da molti chiamato “l’uomo del bosco” da altri “l’artista maledetto” o “il perenne contestatore”. Nella sua estrema semplicità il maestro Gentili è più chiaro di tanti critici e storici dell’arte e di innumerevoli improvvisatori. Non ho alcuna difficoltà ad affermare che questo artista è un autentico novello dio Vulcano che gioca amorevolmente col fuoco, tratta il ferro come fosse argilla, lo forgia, lo plasma, lo adatta, lo reinventa, lo ricrea a misura dei suoi sentimenti, dei suoi progetti, della sua creatività persino psicologica e religiosa.

                                                              
Estratto da una critica di  Aldo Forbice

Nota biografica

Giuseppe Gentili nasce a Pollenza (MC) nel 1942, vive e lavora a Camerino (MC). Frequenta gli studi artistici conseguendo il diploma di maestro d'arte nel 1963 presso l'Istituto «Cantalamessa» di Macerata.

 

All'età di 24 anni espone la sua prima produzione artistica, realizzando una personale di scultura presso il Teatro "Lauro Rossi" di Macerata. Comincia a realizzare opere in ferro, pannelli in bassorilievo, sbalzi in rame, bronzetti e opere di grandi dimensioni che spesso diventano monumenti da collocare in spazi pubblici. Lavora con la fiamma ossidrica, mista alla fusione, utilizzando tecniche personali.

 

Nel 1966 è presente alla VII Biennale Nazionale d'Arte Sacra Contemporanea - Premio Federico Motta editore a Bologna. Due anni dopo espone a Montreal, in Canada, nella Marguita Gallery. Il primo premio all'arte di Gentili arriva nella città di Nizza, dove guadagna la placchetta d'oro "Statue de la Liberté" Sezione Scultura al Gran Premio New York.

La sua opera ben presto entrerà a far parte delle collezioni di personaggi all'epoca prestigiosi. Il primo ad acquistare due sculture ("17 Suonatore di Tromba" e il "Direttore d'orchestra") sarà proprio Charlie Chaplin, in arte Charlot, per la sua villa di Vevey in Svizzera. A pochi mesi di distanza collocherà nel parco della villa di Pablo Picasso a Mougins una sua grande scultura di Don Chisciotte. A Federico Fellini la propria opera invece Gentili la volle donare direttamente nel 1972. Nel 1973 Gentili opererà in Italia iniziando una sua collaborazione con il Festival dei due mondi di Spoleto prima di trasferirsi nuovamente all'estero, ospite nel 1974 a Sankt Moritz.

 

Gentili fa spesso parlare di sé con le sue grandi opere ispirate a un impegno civile, per la tutela dell'ambiente e per la lotta contro ogni tipo di violenza. Particolarmente drammatica la serie di lavori ispirati alla Bibbia, al volto di Cristo, al Don Chisciotte e alla guerra.

 

Nel 1981 il Comune di Macerata acquista e colloca nei Giardini Diaz l'opera il "Don Chisciotte", scultura di sette metri che lo vedrà impegnato dal 1976 al 1981.

Nell'aprile del 2008 Gentili ha tenuto un'importante mostra personale a Roma, nella nuova sede del'Unicef.


Nei successivi dieci anni continuerà a vivere e produrre la sua arte fino alla fine della sua vita avvenuta nell’aprile 2018.

CONTATTI